La storia di Mario Tchou

MARIO TCHOU

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Mario Tchou-Wang-Li nasce a Roma il 26 giugno 1924, figlio di Yin e di Evelyn Wang.Segue il normale percorso di istruzione dei giovani 
romani,parlano indifferentemente italiano e cinese e frequentano i luoghi della gioventû romana ma sempre restando legato alla sua origine cinese.
Il giovane Tchou è pieno di interessi scientifici e umanistici,attento ad ogni novità ed innovazione.Consegue la maturità al liceo Torquato Tasso e si iscrive ad ingegneria dove termina il percorso di studi con ottimi risultati.
Incoraggiato dal padre decide di proseguire gli studi negli Stati Uniti e nel 1947 si laura in ingegneria elettrica a 
Washington.Prosegue gli studi a Brooklyn dove consegue un master in fisica nucleare.
Nel 1949 si sposa a New York con Mariangela Siracusa.
Fece altri lavori come consulente,e successivamente come assistente alla facoltà di Ingegneria Elettronica della prestigiosa Columbia University di New York.

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Nel 1954 Adriano Olivetti incontra Tchou a New York presso la sede della Olivetti Corporation of America.
L’incontro con Tchou è l’occasione per avviare un nuovo progetto. 
Tchou, che forse ha anche motivi familiari per tornare in Italia, accetta la proposta di lavorare al 
progetto di un elaboratore elettronico che l’Olivetti vuole produrre con finalità commerciali e nel dicembre 1954 rientra in Italia. 
La selezione del personale da assumere non è un impegno secondario per Tchou: in Italia l’elettronica è ai primi passi e si tratta di selezionare con cura giovani laureati che difficilmente hanno alle spalle esperienze aziendali in questo campo. A questi giovani, quasi tutti sotto i 30 anni, Tchou chiede entusiasmo, spirito innovativo, immaginazione e capacità di lavorare in gruppo. 
Alla fine del 1955 il Laboratorio conta 25 dipendenti che dopo due anni raddoppiano; alla fine del 1961 saranno circa 700, compresi gli addetti alla produzione. 

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Il progetto del nuovo elaboratore procede spedito: messo a punto nell’autunno 1957 un prototipo (Elea 9001 o "macchina zero"), nel 1958 segue l'Elea 9002 a valvole (o "macchina 1V"), considerato il prototipo di una macchina commerciale. Tchou, tuttavia, ne sospende il lancio sul mercato: attento al rapido sviluppo dell’emergente tecnologia dei transistor, vuole una macchina senza valvole, completamente transistorizzata, più veloce e meno costosa.
L'8 novembre 1959 Adriano Olivetti può presentare al Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi l'Elea 9003. La macchina si basa su una struttura logica d'avanguardia, in larga misura pensata da Giorgio Sacerdoti (1925-2005), e presenta un design fortemente innovativo, dovuto a Ettore Sottsass (1917-2007) e premiato con il Compasso d'Oro. 
La scelta di puntare sui transistor in quel momento non è priva di rischi, ma è sintomatica della capacità di visione di Tchou
Nonostante il clamore suscitato dall’annuncio dell’Elea, Tchou è ben cosciente dei limiti della macchina: è all’avanguardia dal punto di vista strettamente tecnologico, ma non è priva di problemi sul piano delle applicazioni.

Tchou dapprima si preoccupa di ampliare la gamma dei modelli e nel 1960 avvia il progetto di un calcolatore di minor costo e dimensioni, per applicazioni tecnico-scientifiche: è l’Elea 6001, presentato nel 1961. Ma le sue maggiori attenzioni sono rivolte al problema del linguaggio di programmazione: il Fortran dell’Elea non è in grado di competere con i linguaggi più evoluti che i concorrenti americani stanno sviluppando.
La mattina del 9 novembre Tchou parte da Milano per andare a Ivrea e discutere con la direzione il nuovo progetto; ma sull’autostrada nei pressi di Santhià l’auto su cui viaggia si scontra frontalmente con un furgone. Per Tchou e il suo autista non c’è scampo.