Non più conoscenza teorica, ma conoscenza applicata.
Questa la parola d’ordine di Raimondo Murano, direttore generale per l’istruzione e formazione tecnica superiore del Miur.
Il nostro paese – afferma Murano nell’intervista - è tuttora ancorato a un retaggio culturale di stampo gentiliano che affida alla filiera liceale le speranze di successo economico. Ma il sapere fine a se stesso oggi non basta più e, soprattutto, non è più garanzia di un’alta remunerazione. Anzi, è vero l’esatto contrario. Ai giorni nostri chi esce da un istituto tecnico o professionale ha maggiori possibilità di impiego e prospettive di guadagno rispetto a un diplomato di un liceo tradizionale. E questo, dati alla mano, a parità di preparazione anche teorica, perché gli studi di settore indicano che un diplomato di un istituto tecnico possiede ormai le stesse competenze matematiche di un ragazzo uscito dallo scientifico, e che il 60 per cento degli iscritti alle facoltà di ingegneria proviene dagli istituti tecnici. Come risposta al terribile problema della disoccupazione giovanile riveste quindi un’importanza fondamentale conferire urgentemente una nuova immagine e credibilità alla filiera tecnica. A richiederlo è il mondo delle imprese, che lamenta ben 117 mila posti vacanti per tecnici, nonostante un tasso di disoccupazione giovanile del 31 per cento nella fascia 14-25 anni.